Se avessimo tempo...

Se avessimo tempo per fermarci e riflettere, scopriremmo un mondo sconosciuto, un sapore inconsueto delle cose, uno scorrere nell’apparentemente statico, una causa in ciò che sembra non avere senso, una risposta ai nostri perché.
Noteremmo il grande nell’infinitamente piccolo e quanto è piccolo ciò che appare smisurato.
Capiremmo che non c’è contraddizione tra gli estremi, ma un’unione che annulla le diversità.
Ci renderemmo conto che l’odio, il disonore, l’invidia, l’intolleranza non esistono di per sé... sono solo assenza, vuoto, aridi letti di fiumi dove non fluisce più acqua.
Una diga sbarra il corso all’onore, all’altruismo, al coraggio e soprattutto all’amore ed all’ideale di unità che l’accompagna.
Già, perché chi ama vuole unirsi all’amato, è attratto da colui che è il completamento di sé; ha la forza che i Greci chiamavano Eros, il semidio figlio di Poros (abbondanza) e Penia (mancanza).
Quando c’è Eros i due estremi si cercano e tracciano un sentiero da percorrere; proprio dell’amore è, allora, camminare fino ad unire gli opposti.

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Facile e difficile esistono realmente?

Parliamo di lavori difficili, di materie difficili, di situazioni psicologiche difficili, di comportamenti o circostanze difficili, di persone difficili... La lista sarebbe infinita e non abbiamo la pretesa di completarla né di dare una soluzione per ogni caso in così poche righe.
Vogliamo, in cambio, richiamare l'attenzione sull'atteggiamento interiore di chi deve affrontare ciò che è difficile.
Quasi tutti riconoscono che ci sono cose facili: generalmente sono quelle che fanno gli altri e alcune che a loro riescono soddisfacentemente bene.

Non so perché, ma la maggior parte della gente pensa che gli altri - quelli del mito platonico delle “non gru” - hanno cose facili da fare e che la vita accumula le difficoltà su alcuni e non su altri. Sarà forse perché la maggior parte della gente non sa mettersi veramente al posto degli altri.
D'altra parte ognuno sa che da certe situazioni può trarsi d'impaccio tranquillamente; ognuno sa che ha capacità per compiere bene o molto bene alcuni compiti. A questi se ne aggiungono moltissimi altri che vengono visti come irrisolvibili, come mete irraggiungibili.

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Esercitazione Internazionale “Estia 2007” - Genova dal 31 Maggio al 3 Giugno 2007

I volontari di Nuova Acropoli Italia, alcune delegazioni estere del GEA International (Austria, Francia, Germania, Israele, Spagna e Ungheria) ed il gruppo MO.D.A.V.I. (Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano) hanno collaborato in un’esercitazione internazionale di S.A.R. (Search And Rescue) che si è tenuta a Genova.

Simulando un sisma, i volontari sono stati allertati e organizzati per portare rapidi soccorsi. La colonna mobile italiana è stata divisa in tre tronconi: meridionale, centrale e settentrionale.
Giunti a destinazione, i volontari hanno subito iniziato ad allestire il campo: 22 tende per alloggi, una segreteria, un magazzino logistico, una sala radio, una cucina campale, un’area mensa, un’area parcheggio e un’officina campale.

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Visti per voi: PER FLY: Il Regista della Responsabilità

Riconoscimenti, apprezzamenti e premi dai principali festival europei sono piovuti negli ultimi anni su una delle rivelazioni del cinema danese, il regista Per Fly, autore di una trilogia ambiziosa e ben riuscita sul rapporto tra individuo e senso di responsabilità nella società contemporanea. Allievo di Thomas Vinterberg, uno dei registi del Dogma 951 noto in Italia per “Festen”, Fly costruisce il suo progetto con cura, indagando nella vita e nel pensiero di chiunque possa offrire uno spunto utile al suo scopo, scartando molto e tenendo solo l’essenziale, il necessario per costruire delle storie e soprattutto dei personaggi indimenticabili.

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Paul Cezanne: 2a Parte

L’interesse dimostrato da Cézanne nei confronti dello spazio figurativo e la sua volontà di rielaborare col pensiero l’esperienza sensoriale di esso, contribuì alla creazione di una prospettiva di nuovo tipo, che avrebbe ispirato successivamente il movimento del cubismo.
Essa, basata su schemi geometrici come lo sferoide, usato nel suo primo periodo di composizione, e il poliedro, ridefiniva lo spazio secondo una globalità della visione, priva delle caratteristiche illusionistiche e tridimensionali che avevano caratterizzato la pittura tradizionale fino a quel momento.
Ma quella che concettualmente apparve come una nuova definizione è in realtà l’applicazione formale di un principio che era stato già vissuto nell’Antichità classica.

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