Numero 24
SOCRATE E SANTIPPE: filosofia fra le mura domestiche. 2° parte - Il segreto del numero
“SOCRATE E SANTIPPE: filosofia fra le mura domestiche.”
2° parte – Il segreto del numero
La volta scorsa siamo rimasti a casa di Socrate e Santippe a prendere del tè, con tre amiche che chiedono al maestro cosa fare per poter diventare brave come medico, insegnante o comandante dell’esercito.
Quale scienza dovranno studiare?
“Quella che è alla base di tutte le scienze: la scienza del numero”, spiega Socrate.
“La scienza del numero?” Chiedono le giovani greche.
“Sì - spiega Socrate - perché questa scienza porta alla saggezza, il numero, (spiega Platone nell’Epinomide) fu un dono che ci fece un Dio: Cielo, o Olimpo o Cosmo come vogliamo chiamarlo. Noi uomini, con la capacità raziocinante, siamo gli unici a percepirlo e questo ci permette di comprendere e cogliere le virtù, la più grande fra tutte la saggezza che porta la felicità.”
Ma cos’è questo numero? Non certo il tenere i conti (che egli dice essere comunque cosa non da poco ed importantissima), ma per numero si intende un codice di accesso all’opera dell’Universo, una chiave per intenderne i segreti di carattere fisico, chimico, astronomico, che sono la base delle leggi fisiche e morali dell’Universo e dell’uomo.
Il numero ci permette di percepire la molteplicità attraverso cui l’Uno si manifesta e intuire l’Unità di tutte queste forme differenti, di percepire che c’è un oggi, uno ieri, ed un domani ed un eterno presente nel quale l’uomo sta compiendo i suoi passi per prendere consapevolezza di sé.
Gli animali non hanno consapevolezza del passato e del futuro; l’uomo sì, può percepire la sua evoluzione e lavorare coscientemente in essa.
I numeri sono le prime espressioni fenomeniche degli archetipi, le prime ombre: dai numeri si passa alle forme e poi agli oggetti. Così le cose e gli eventi non sono frutto del Caso.
Lo scienziato che studia questo senza comprendere che è dono del cielo si fermerà in superficie; lo scienziato-filosofo che riconosce l’opera di Theos nel cosmo vedrà il senso delle cose, ricalcando il sentiero della saggezza che porta felicità.
Ma nella pratica tutto ciò che vorrà dire?
Continua così il nostro dialogo inventato, in cui Socrate chiederà a Clora cosa dovrà apprendere per essere un buon medico “Dovrò conoscere i colori e le proporzioni degli organi per capirne i sintomi e conoscere le proprietà e le dosi in cui miscelare erbe e grassi animali per creare gli antidoti” “Questo allora non è scienza del numero?” le fa notare Socrate.
Cristizia invece non ha dubbi: sa che per insegnare musica, poesia e danza avrà bisogno del numero perché non può essere altrimenti, ma Socrate le farà vedere che il numero è anche la misura nell’insegnamento: “Non puoi chiedere ad un bimbo di 5 anni di comporre un endecasillabo, ma sì che impari una filastrocca. Insegnare è misura nell’incoraggiare e nel correggere, è pazienza, è saper aspettare e saper incitare, è proporzionare la conoscenza in relazione alla capacità di utilizzo di questa, e questo è arte del numero”.
Solo Fedra non arriva a capire: “Per comandare un esercito ciò che è importante è il valore mio e dei miei soldati, la fiducia che ho in loro e loro in me, e poi armi e buon addestramento. A cosa mi serve il numero?” Ma è subito azzittita dalle sue amiche “Ma come credi di portarli a combattere a 1000 miglia di distanza? Per opera dello Spirito di Zeus? O forse dovrai studiare un po’ di topografia ed orientamento (che sono tutti calcoli), e vedere se esistono fonti e fiumi nei luoghi che percorrerai affinché possano dissetarsi? E ancora calcolare il vitto che è necessario trasportare e cosa potrai trovare camminando. Se li porterai allo sbaraglio, ucciderai loro e la tua città ed è naturale che ad un capo inetto si rivolteranno!”
Nel frattempo Santippe è sempre più in collera! E poi, lei sì che ha la scienza del numero! Lei, che fa la spesa tutti i giorni e deve far quadrare i conti con i pochi soldi che hanno, dal momento che Socrate non fa che conversare ed educare i giovani gratis!
“Ora basta!”
Caccia Socrate, “Anche tu devi avere misura! Vattene in piazza e lasciami in pace con le mie amiche!”
Il filosofo si congeda velocemente, mentre Santippe offre da bere un liquore speciale. Il brindisi sarà proprio: “VIVA LE DONNE!”
Alla prossima puntata!
Maria Sole Pomara