Quando la cultura diventa volontariato


Quando la cultura diventa volontariato

 

Cultura e volontariato sono due termini che possono sembrare estranei eppure Nuova Acropoli è riuscita a coniugare questi aspetti in quanto sostiene che qualunque azione, prima di essere realizzata, debba essere preceduta da un momento di riflessione. Per Nuova Acropoli deve essere sempre chiaro il “perché” si fanno le cose.

La nostra società è caratterizzata da un ritmo vertiginoso che non concede all'uomo un momento di pausa, di riflessione. Abbiamo bisogno di soffermarci a riflettere! Riflettere sul perché si fanno si cose, sulle scelte, su come finalizzarle in un adeguato arco di tempo.

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La Cultura è qui intesa nel senso più nobile ed elevato del termine, non, dunque, come qualcosa di strettamente intellettuale, che si muove sul piano astratto, ma come studio comparato del mondo antico e del moderno, uno studio che ci porta alla ricerca di quei valori morali, di quei valori etici, che nel passato hanno permesso lo sviluppo di grandi civiltà. Sono valori che hanno concesso una pacifica convivenza e una vantaggiosa collaborazione tra gli uomini, valori che oggi, sfortunatamente, sembrano essere assenti dalle nostre società; si parla molto in modo antitetico e la bocca si riempie di innumerevoli parole, ma è ben poco ciò che si concretizza per poter vivere e praticare valori. Da qui provengono una gran quantità di mali ed errori che imbrutiscono la nostra società.

Come interpreta Nuova Acropoli la Cultura e il Volontariato? Perché lo studio comparato? E perché lo studio comparato con il mondo antico? Perché all'interno del programma del corso di Formazione al Volontariato prendiamo come modelli i pensatori del passato?

La nostra non è una forma di nostalgia per un passato che non abbiamo vissuto, ma fondamentalmente pensiamo che sia necessario conoscere il nostro passato per poter comprendere il presente e poterci proiettare verso il futuro: per quanto ci sia gradito o meno, siamo figli del passato. Ricorriamo al passato anche perché abbiamo esempi più reali e concreti del presente. Possiamo dimenticare un pensatore come Socrate, un imperatore filosofo come Marco Aurelio e tanti altri che potremmo citare? Eppure, adesso, non si tengono in considerazione. Sono personaggi che abbiamo studiato a scuola, dei quali abbiamo solo vaghe immagini e ogni volta che ci chiediamo a che cosa serve la filosofia, rispondiamo che, come la matematica, insegna a ragionare sui grandi temi della vita. In Nuova Acropoli, invece, dimostriamo concretamente che la filosofia insegna a vivere e questa è la verità più importate.

Qual è l'insegnamento che estraiamo dalla vita di questi pensatori? La coerenza con se stessi, la stessa coerenza che deve distinguere il volontariato e che riprendiamo nelle lezioni sullo stoicismo nel corso di formazione al volontariato.

Di conseguenza, per Nuova Acropoli la cultura è una conoscenza con finalità, con una visione oggettiva dell'uomo, della società e dei suoi problemi, della Natura e delle vicissitudini umane. Da questa visione nasce l'immagine del futuro cittadino, asservito ad ruolo attivo, che non è fatto solo di belle parole e di astrazioni fantastiche, ma di azioni sociali che permettono di sentirsi partecipi del destino della propria collettività e dei suoi componenti. Il volontariato in Nuova Acropoli promuove azioni di questo tipo, ma è rimandato ad ogni persona, ad ognuno di noi, attraverso la propria volontà per contribuire, conforme ai suoi principi etici e morali, alla soluzione di tanti problemi che agitano la nostra società attuale.

 

Delia Steinberg Guzman

(Direttrice internazionale di Nuova Acropoli)

traduzione di Elga Daniele