Numero 29
Volontariato? Sì, grazie!
Volontariato? Sì, grazie!
Un questionario di 10 domande per scoprire motivazioni e aspirazioni dei giovani partecipanti al Corso di Formazione al Volontariato
1 - Perché ti sei avvicinato ad un corso di formazione al volontariato?
Bruno, 19 anni, da L’Aquila: Perché la vita scolastica e sociale stava diventando monotona, volevo provare a fare qualcosa di nuovo che contribuiva al miglioramento della società.
Eleonora, 20 anni, da Verona: Mi sono avvicinata ad un corso di volontariato per poter aiutare le persone in difficoltà e bisognose, o comunque meno fortunate. Grazie invece all’ambito della protezione civile volevo superare alcune mie paure e miei limiti.
Federico, 17 anni, da L’Aquila: Perché, avendo vissuto il terremoto nel 2009 e avendo visto tantissimi volontari aiutarci durante quel periodo, mi piaceva l’idea di avvicinarmi al volontariato per donare agli altri ciò che io avevo ricevuto.
2 - Perché hai iniziato questo corso di formazione al volontariato proposto da Nuova Acropoli?
Simone, 19 anni, da Genova: In prima liceo dei ragazzi dallo sguardo simpatico e con un sorriso energico sul volto mi hanno dato, davanti alla mia scuola, un volantino che proponeva il corso di formazione per volontari di Protezione Civile, lì ho capito che era la mia occasione per realizzare il sogno che avevo. Appena tornato a casa ne ho parlato con i miei genitori che hanno accolto la mia scelta.
Antonella, 18 anni, da Catania: Sono rimasta piacevolmente sorpresa dall’atmosfera di familiarità che c’è in associazione. E poi mi coinvolge questo modo pratico che si ha di vivere la filosofia, di cui avverto la netta differenza con quella che si studia a scuola, generalmente molto astratta e teorica.
Fabio, 18 anni, da Roma: Sono stato attirato dalla grande varietà di materie tecniche trattate, che coincidevano con tutte le mie migliori aspettative: primo soccorso, antincendio, corde e imbraghi e tanto altro ancora a cui mi sono appassionato con lo studio. Con il tempo Nuova Acropoli è divenuto uno spazio fuori dalla stressante quotidianità, dove sei sicuro che altre persone condividono i tuoi stessi ideali e sogni, un rifugio dove la mente si può sollevare dalla pesantezza della routine di un mondo confusionario e riposare; anche se richiede non meno lavoro di tutti gli altri impegni!!!
3 - Che aspettative avevi?
Bruno, 19 anni, da L’Aquila: Aspettative soprattutto pratiche riguardo le esercitazioni di protezione civile, ma in seguito, durante il corso, ho scoperto anche la bellezza della filosofia.
Giulia, 17 anni, da Ladispoli: Le mie aspettative erano di conoscere nuove persone,di divertirmi e di imparare cose utili anche in casa o nella vita di tutti i giorni.
Erika, 19 anni, da Verona: Non sapevo bene cosa aspettarmi, perché nel volantino non avevo capito cosa avrei fatto e quale sarebbe stato il mio ruolo. Una cosa che non mi aspettavo era di fare un corso vero e proprio imparando anche cose importanti sulla scoperta di se stessi e sulla filosofia. Mi aspettavo che si dovesse agire e basta, non formarsi.
4 - Cosa porti con te di questa esperienza?
Stefano, da Catania: Credo di portarmi dentro qualcosa che molti spesso non sanno di avere o smarriscono col tempo, che è la speranza. Aver appreso dell’esistenza di persone come me che si sforzano per vedere cambiamenti positivi nella società mi ha donato una nuova forza che mi permette di rialzarmi durante una caduta o un momento di smarrimento, anche al di fuori di Nuova Acropoli. La messa in pratica è stata la prova più difficile ma agendo diversamente da prima ho notato in me molte differenze, in positivo naturalmente.
Doriana, 18 anni, da Roma: Ho imparato che prima di aiutare chiunque altro bisogna conoscere bene se stessi, i propri punti deboli e le proprie virtù, e dopo metterle a disposizione degli altri. Inoltre ho imparato ad adattarmi, a mettermi in gioco e allo stesso tempo a “farmi da parte” all’interno di una squadra, quando necessario.
Simone, 19 anni, da Genova: Tutto quello che ho imparato, ancora più voglia di fare e conoscere e una formazione non solo tecnica ma anche etica da volontario.
5 - Qual è il momento più bello che hai vissuto durante il corso?
Federico, da Catania: I momenti che preferisco decisamente di più sono le esercitazioni, perché mi permettono di mettere in pratica quello che ho studiato teoricamente. In particolare mi ha entusiasmato l’esperienza del campo invernale all’Aquila. Non solo per la curiosità di conoscere nuovi posti e nuove persone, ma anche perché mi ha dato l’occasione di sperimentare un tipo di esercitazione che non avevo mai provato, sulla neve appunto.
Ilde, 18 anni, da Pescara: Sono stati belli tutti i momenti in cui ci siamo riuniti, aspiranti volontari, volontari operativi ed istruttori perché sono stati un’opportunità di conoscenza l’uno dell’altro, di condivisione e di collaborazione per un obiettivo comune.
Maureen, 20 anni, da Roma: Sicuramente i momenti sia più belli che più difficili sono legati ai campi. L’esperienza di Montagna Amica e dell’Antisismica hanno fatto si che tutti noi fossimo sempre pronti ad agire e concludere le esercitazioni con un buon risultato, cosa che ci ha aiutato sia per un miglioramento nel campo tecnico, sia dal punto di vista dell’unione tra i componenti della squadra e delle altre filiali italiane.
6 - E quello più difficile?
Leidy, 17 anni, da Pescara: Il più difficile è stato affrontare la paura dell’altezza nella prima esercitazione con corde e imbraghi.
Antonella, 18 anni, da Catania: Durante il campo all’Aquila, ho avuto serie difficoltà nel camminare sulla neve con le ciaspole. Mi sono demoralizzata nel vedere che gli altri riuscivano mentre io inciampavo facendomi dei lividi. E’ stato un momento di disagio sia fisico che psicologico. Ma rilevando questo mio limite, ho saputo trarre insegnamento anche da questo. Mi hanno tranquillizzata infatti spiegandomi che quando non sappiamo fare qualcosa c’è sempre la possibilità per imparare.
Erika, 19 anni, da Verona: La cosa più difficile da affrontare è la responsabilità di organizzare un’attività ed assolvere ai propri compiti! Anche parlare in pubblico è abbastanza difficile.
Fabio, 18 anni, da Roma: La difficoltà più grande è superare i propri limiti, rompere le proprie catene, che possono essere sia fisiche che psicologiche. La crescita interiore è secondo me la strada più ripida, poiché la personalità ci rende difficile mettere da parte l’orgoglio e l’egoismo, facendoci credere che siano quelli i veri punti di forza dell’essere umano.
7 - Cosa pensi di poter mettere ora a disposizione degli altri?
Simone, 19 anni, da Genova: Tutta la mia energia, tutto il mio pensiero, tutto il mio sentimento, insieme alle mie conoscenze di volontario formato (e in continua formazione).
Federico, da Catania: Vorrei trasmettere soprattutto l’importanza del dare l’esempio. Prima non ne ero così convinto. Adesso invece penso che dialogare con qualcuno che non condivide al 100% le tue opinioni non sia poi così inutile. Magari all’inizio non ascolterà i tuoi consigli, ma in futuro le tue parole, se dette sinceramente, possono lasciare una traccia nel suo pensiero. L’importante è comunque aver espresso il proprio parere senza aver paura di non essere compreso.
Bruno, 19 anni, da L’Aquila: Presenza, disponibilità, lealtà, rispetto della parola data, comprensione e tutto me stesso.
8 - Cosa vorresti fare come volontario per la città in cui vivi?
Antonella, 18 anni, da Catania: Io ci terrei davvero ad insegnare la cultura del riciclo. Lo noto continuamente, non so quanti bambini gettano i rifiuti a terra, e i genitori distratti non dicono niente. Lo trovo estremamente irritante e diseducativo. A tal proposito mi ha entusiasmato molto il progetto “La città per la città”, che è nato con la finalità di coinvolgere i cittadini attivamente nella pulizia del parco. Solo che spesso i passanti si fermano a guardare ma non ad aiutare. Anzi addirittura incuriositi ci chiedono talvolta se siamo dipendenti del Comune e se siamo pagati per questo. Sentendosi rispondere che siamo volontari si stupiscono ancora di più. Vorrei quindi trasmettere alla persone la bellezza dell’aiutarsi reciprocamente per il bene comune.
Alessio, 19 anni, da L’Aquila: Aiutare nel mio piccolo nella ricostruzione, soprattutto sociale, della città de L’Aquila.
Erika, 19 anni, da Verona: Vorrei aiutare e sostenere le persone nella società che ne hanno più bisogno: vecchi, bambini e poveri agendo sul serio e sensibilizzando le altre persone.
9 - Consiglieresti il corso di formazione ad un amico?
Luca, 20 anni, da Siracusa: Sicuramente, l’ho fatto.
Simone, 19 anni, da Genova:Soltanto a uno? Anche a tutti!
Erika, 19 anni, da Verona: Assolutamente sì! Ne parlo sempre e ne rimangono affascinati!
10 - Perché?
Vladymira, 18 anni, da Pescara: Perché aiuta ad affrontare la vita ed è un buon banco di prova per chi vuole avvicinarsi al volontariato.
Fabio, 18 anni, da Roma: Per la validità degli insegnamenti, per le interessanti attività e per l’atteggiamento che gli Acropolitani mettono in ogni cosa che fanno.
Gabriella, 20 anni, da Siracusa: Perché mi ha cambiato la vita in meglio!
Simone, 19 anni, da Genova: In Nuova Acropoli non ho trovato soltanto un mezzo per diventare volontario di Protezione Civile, anche se ho imparato moltissime cose utili, ma anche una grande famiglia dinamica, fatta di persone che vengono, magari restano, magari partono, ma che comunque lasciano una traccia della loro esistenza in ogni membro. Ho imparato che la filosofia non è una cosa che si studia al liceo, ma che si vive anche di pari passo con il volontariato, quindi ora so di essere anche un filosofo, oltre che a un volontario, perché questa Associazione di “cultura attiva” mi ha dato la possibilità di capire e diventarlo, ed è pronta a offrirla a tanti altri che vogliono: per chi vuole basta fare il primo passo!
Paola Bafile