Dall’istinto all’intuito

 

“Segui l’istinto!”: sempre più spesso si sente pronunciare questa frase… e magari riconoscendo in essa una regola, una regola che non sbaglia poiché riconoscibile come Legge di Natura... e si sa che il conformarsi ad essa funziona. Ma ci si potrebbe domandare se funziona realisticamente sempre.

L’istinto si mostra come l’unica regola di vita negli esseri incoscienti e primordiali, ma negli esseri più evoluti non rappresenta certamente l’unica regola. Tanti sono gli elementi che appartengono all’uomo e si aggiungono all’istinto che, tra l’altro, quando emerge, toglie campo alla consapevolezza.

La Vita, per manifestarsi, obbedisce naturalmente a precise Leggi ma è pur vero che vi sono vari modi per seguirle. L’istinto è uno di questi modi, se non addirittura il primo. Molti esseri obbediscono alle leggi naturali per istinto, senza esserne coscienti e, spesso, senza comprenderne la finalità. Per il singolo prevale “l’istinto di sopravvivenza”, per la specie “l’istinto della riproduzione”. Entrambi rappresentano l’essenziale garanzia affinché la vita sussista e perduri. Sono impulsi tanto forti che diventa impossibile, o quasi, ignorarli.
Esempi di comportamento istintivo, eseguito seguendo la Natura degli stessi esseri, sono le tele dei ragni o le celle esagonali delle api che disegnano precise forme geometriche, le migrazioni degli uccelli e la formazione di volo adottata dagli stessi. Il comportamento istintivo ricorda certamente la base della vita, ma lungo il cammino evolutivo cominciano ad emergere altre “leggi” che definiscono l’evoluzione stessa della Natura.


Il secondo gradino è dato dalle “sensazioni” che si eleggono a una nuova guida del comportamento. Ma le sensazioni sono anch’esse mutevoli: si agisce ora per provare piacere, ora per sfuggire al dolore. Anche questa rappresenta una legge per cui tutto ciò che procura piacere, e allo stesso tempo è conforme alla propria natura, aiuta a vivere mentre, di contro, si evita ciò che non aggrada o reca dolore perché riconosciuto nocivo e pericoloso. Per gli esseri viventi il cibo diventa piacevole, il riprodursi diventa piacevole, mentre il freddo diventa un dolore da evitare, la fame un dolore da placare.
Alcuni esseri viventi, quindi, non sono guidati solo dagli istinti ma aggiungono a questi le sensazioni e, con esse, le emozioni. Il dialogo piacere/dolore, dunque, costituisce la base delle emozioni (muoversi verso l’esterno) che è tipica degli animali, degli esseri animati - per l’appuntodalle emozioni.
Negli esseri con facoltà superiori, come l’uomo per esempio, le emozioni si moltiplicano e quando si evolvono, diventano sentimenti.
Ma possiamo fidarci pienamente delle emozioni come guida dei nostri comportamenti? Forse dimostrano indiscutibile validità per chi non possiede altra scelta, ma non certamente per l’uomo che ha sviluppato la mente come strumento di conoscenza e di valutazione. Nell’essere umano sorge la mente che diventa la guida, anche se, ahimé, ancora non per tutti. Attenti, però, poiché l’Umanità si trova all’inizio della sua evoluzione e possiede una mente non ancora pienamente sviluppata. A volte la mente, più che una guida, diventa un potenziatore delle emozioni, si mette al loro servizio trasformandole in passioni. Quando le cose appaiono piacevoli arrivano in alcuni casi a diventare ossessioni. Quando sono spiacevoli potenziano le nostre paure trasformandole in fobie. Comportamenti tutti umani questi, che non troviamo negli animali più semplici.

Una mente sublime, però, si mette al servizio delle idee che può concepire solo intuitivamente. L’intuito, il Nous dei greci, rappresenta la capacità immediata di cogliere i principi che governano la sfera spirituale; la capacità di captare le Idee che rappresentano le Leggi dell’esistenza e che rivelano il senso della vita; la capacità di cogliere in un sol colpo senza alcuna mediazione. Tale caratteristica che penetra anche il ragionamento discorsivo, spesso condotto a giustificare e potenziare i propri atti nella maggioranza delle persone, nelle menti più razionali è diretta alla conoscenza scientifica e analitica.

L’intuito capta le Idee. La sua etimologia che emerge dal latino intu?tus, guardare dentro, ricorda che la mente contiene già al suo interno tutte le Idee, in quanto l’uomo possiede tutto il Cosmo dentro di sé; l’intero Cosmo con le sue leggi e le sue finalità. Anche l’istinto dimora dentro di noi, ma ci conduce ad atti vissuti come automi, come macchine programmate ed incoscienti. L’intuito guarda dentro e vi trova le Leggi, ma la sua ricerca può giungere davanti a tali orizzonti solo se riesce a far tacere gli istinti, i desideri e la mente.
L’istinto è il passato, l’intuito è il futuro; l’istinto ricorda ciò che eravamo e di cui dobbiamo affrancarci, l’intuito guarda invece verso ciò che saremo.


Il cuore mi s’ impaura

Il cuore mi s’ impaura,
ad osservare nella notte oscura
le stelle oltre le stelle.

La pelle mi s’accappona,
nel cogliere in una rondine dal volo radente,
lastessavitacheviènellostrisciarediunserpente.

Delle lacrime memori la vista m’annebbiano;
le mie membra come non mai fremono
el’animamiaancoraunavoltavaoltreogniorizzonte.



testo e poesia di

Fausto Lionti