Numero 19
Marc Chagall 1887-1985
Marc Chagall nacque il 7 luglio 1887 a Vitebsk, in Russia, da una famiglia ebrea, maggiore di nove fratelli. Nonostante la povertà e le condizioni disagiate, l'artista iniziò a studiare pittura nel 1906 e, l'anno dopo, frequentò l'Accademia di Belle Arti con il maestro Nikolai Roerich.
La sua formazione artistica non venne influenzata dall'arte naturalistica e manierista del maestro Leon Bakst, conosciuto successivamente a Pietroburgo. Il giovane Chagall manifestò il proprio talento, originale ed innovativo, già nelle sue prime composizioni.
Dedicate a temi esistenziali simbolici, come nei dipinti Le nozze e La sagra del 1908, ad episodi biblici ed ai ricordi di un’infanzia felice, immersa in un'atmosfera d'incanto quasi fiabesco, esse contengono forme e figure volutamente sproporzionate, con enormi differenze di spazio e dimensione.
Uno stile che potremmo definire anti-naturalistico, ossia non imitativo della realtà come essa appare ai nostri occhi. Nella poetica di Chagall qualità come intuizione, passione e sentimento vengono anteposte all'ordine e alla razionalità del classicismo.
A Pietroburgo rimase fino al 1910. Divenuto noto come artista, lasciò la propria patria per stabilirsi a Parigi ed essere così più vicino alla comunità artistica di Montparnasse, dove entrò in amicizia con lo scrittore francese Guillaume Apollinaire.
In quello stesso anno giungeva nella capitale francese De Chirico: entrambi i giovani pittori diventarono proprio i prediletti dal grande letterato. Benché fosse già l'ispiratore del movimento cubista, Apollinaire, in cuor suo, preferì l'arte più poetica e visionaria dei due artisti che volutamente trascendevano il quotidiano per entrare in quella che lui stesso definì per la prima volta la condizione suprema del sur-rèalisme.
Il surrealismo non fu tuttavia un vero stile artistico definito da una dottrina estetica; assomigliò di più ad uno stile di vita, ad un atteggiamento esistenziale che, nella mente dei promotori, avrebbe portato l'uomo ad una liberazione spirituale. L'energia proveniente dal proprio mondo interiore, che in Chagall fu caratterizzata sempre da accenti di struggente nostalgia rivolta al passato, diventa l'unica forza capace di generare visioni ed immagini fantastiche, che non soltanto si allontanano dalla realtà ma la superano.
Nel 1914 l'artista ritornò a Vitebsk e l'anno successivo si sposò con la fidanzata Bella. A causa dello scoppio della prima guerra mondiale egli fu costretto a rimanere in Russia fino al 1922, prendendo parte attiva nella rivoluzione del 1917.
La sua partecipazione non fu soltanto politica ma anche sociale: nel 1918, infatti, il ministro sovietico della cultura lo nominò Commissario dell'arte nelle regione di Vitebsk, dove egli fondò un'Accademia.
Nel 1923 tornò a Parigi, dove curò le illustrazioni di varie pubblicazioni per l'editore Vollard. In questo periodo pubblicò le sue memorie in yiddish1; scrisse anche articoli e poesie pubblicati in diverse riviste e che, postumi, furono raccolti in forma di libro. Nel 1924 illustrò Le anime morte di Gogol, pubblicate nel 1948.
Durante l'occupazione nazista in Francia, nella seconda guerra mondiale, con la deportazione degli Ebrei, gli Chagall fuggirono da Parigi. Si nascosero presso Villa Air-Bel a Marsiglia e il giornalista americano Varian Fry li aiutò nella fuga verso la Spagna e il Portogallo. Nel 1941 la famiglia Chagall si stabilì negli Stati Uniti per poi tornare nel 1949 in Provenza.
In questi anni intensi, dopo aver superato il dolore per la perdita dell'amatissima Bella, l'artista riscoprì nelle sue composizioni colori intensi e brillanti. Le sue opere, espressione dell'amore e della gioia di vivere, si arricchirono di figure morbide e sinuose.
Nella sua vasta ed intensa produzione Chagall si cimentò anche con la scultura, la ceramica e il vetro. La sua vita fu piena di opere realizzate per la comunità. Negli anni '60 e '70 infatti si occupò di progetti su larga scala che coinvolgevano aree pubbliche ed importanti edifici religiosi e civili. Nel 1963, su invito di De Gaulle, cominciò i cartoni per affrescare la volta del soffitto dell'Opèra di Parigi. Il riconoscimento sociale, quindi, non mancò mai al grande artista; visionario e ribelle, ma straordinariamente popolare.
Eppure la grandezza di Chagall, oltre che nel proprio indiscusso talento artistico, vive anche di questa apparente contraddizione: la verità è che, forse, negli anni in cui egli visse, pieni di orrore e di morte, a cavallo delle due guerre mondiali, il suo sguardo limpido ed innocente rivolto alla dolcezza del sogno e alle visioni poetiche e magiche del suo mondo, pieno di colori vivaci e brillanti, fu certamente espressione di un'incessante e straordinaria voglia di vivere.