L'Anima... a colori

Come potrebbe mai apparire il mondo intero in bianco e nero? Potremmo mai riuscire ad immaginarlo? Il cielo, i fiumi che scorrono tra i monti, l’arcobaleno dopo il temporale, i campi di grano in estate o le campagne colme di papaveri in primavera? E lo stesso crepitio del fuoco, il bianco della neve, il giallo del sole? Che spirito conserverebbero se tutti gli oggetti perdessero ogni sfumatura, ogni gioco di toni, ogni luce? Di certo, siamo talmente circondati dai colori, così profondamente avvolti in essi, da risultarci quasi impossibile separare la vita e le sue manifestazioni dai vivaci cromatismi, un ricordo che ci emoziona per le sue sfumature.
Deve esistere una relazione piuttosto bizzarra tra i nostri occhi e i colori dei quali vediamo vestito il mondo. Questi sembrano penetrare la percezione fisica o materiale delle cose - quasi superarla - per finire la loro corsa in tanti altri anfratti della vita intima di ciascuno di noi che sembrano addirittura “costruiti” di colore. È come se dentro l’uomo fosse fatto della stessa sostanza dei colori, di luci e cromatismi. Perché? Chissà quante volte ci saremo ritrovati a pensare o a descrivere un nostro stato umorale, una nostra sensazione, una intuizione ritornando proprio ad immagini e colori. “Sono verde dalla vergogna”, “Mi sento giallo per l’invidia”, “Sono diventato viola dalla paura”, sono solo alcune delle spontanee espressioni che nascono nel nostro linguaggio quando tentiamo di verbalizzare emozioni ed umori. Di solito poco la parola riesce a concettualizzare nel campo emotivo o dei sentimenti; molto di più riesce a fare un’immagine, un colore che, nella sua universalità - essendo espressione delle medesime realtà in ogni cultura e in ogni tempo - supera i disagi delle terminologie, delle parole, spesso troppo fredde ed inadatte all’ingresso in campi tanto dissimili per sostanza.
Ma è proprio entrando in questi ambiti, forse poco freddi e razionali ma molto più espansivi e vivaci, che si può percepire l’indiscusso dominio del colore! Qui è possibile ritrovare, magari ciascuno in modalità differenti e spesso personali, un universo intero fatto di colori, di cromatismi che comunicano, dialogano - più volte inconsciamente - con tutto quello che di noi lasciamo intravedere al mondo che ci guarda. Se nel nostro abito esterno lasciamo trasparire molte cose che esplicano la nostra personale maniera di “essere” e vivere la vita, quanto di queste forme trovano radice in questo silenzioso incontro? Proviamo a ripensare al nostro mondo interiore che di certo in momenti più “calorosi” avremo avuto modo di toccare con mano: cosa ci comunica, d’intuito, ogni colore? Il blu, il rosso, il giallo, il verde ed ogni altro tono… com’è vero che ciascuno di essi ci veicola sensazioni variegate, ci riporta indietro - o avanti - nel tempo, ci allerta o ci rasserena. Spesso senza ragioni logiche, anche le nostre preferenze sono influenzate dai cromatismi e, altrettanto spesso, queste cambiano in relazione ai momenti della vita, alle difficoltà o alle gioie vissute. In alcuni momenti, o anche per interi percorsi di vita, ci lasciamo ispirare da un colore che modifica il suo fascino quando “qualcosa” cambia dentro di noi…
Anche i sogni parlano il misterioso linguaggio dei colori. Ogni messaggio onirico si riveste di cromatismo e, quanto più intenso appare, tanto più impetuosamente vedrà nascere colori e sfumature. Nei colori l’anima ritrova un importante canale di comunicazione con quell’altra parte, l’altro “universo”, che troppo spesso vive dimensioni radicalmente lontane da sé. Il colore “esprime”, “tira fuori”, lascia emergere l’immensa ricchezza di chi lo percepisce; gli dà nutrimento quando ritrae la sua forza, lo scuote positivamente quando mette in gioco equilibri precari, quasi lo tormenta quando vuole muovere cambiamenti importanti…
Di certo, questo linguaggio lo vivono con particolare integrità gli artisti o coloro che da questo si lasciano istintivamente conquistare. Di solito, nei più, si desta appena la curiosità. Eppure le immagini ed i colori hanno ben più valide opzioni. Anche l’Arte, utilizzando anch’essa lo stesso linguaggio, entra magicamente in questo gioco: pensiamo alle opere artistiche, di qualunque stile e di qualunque epoca, che maggiormente hanno catturato la nostra attenzione: anche esse, se ben ci riflettiamo, finiscono col sintetizzare per chi guarda, linguaggi più profondi che “dialogano” spesso senza alcun bisogno di coinvolgere la razionalità. Il loro parlare ne trasforma l’influenza però, perché non c’è stimolo cromatico che non penetri e non ci coinvolga da dentro. Cosa diventano i colori percepiti dall’anima come messaggi? Magari sensazioni, positività o ritrosie che si rispecchiano nei nostri sguardi, nei nostri atteggiamenti, nei nostri modi di affrontare la vita.
Di colore pare essere sostanziata la nostra anima, l’anima intesa come quella parte più profonda che, probabilmente, compartiamo con il Cielo e con il Tempo: “il colore è ciò che scende giù fino alla superficie dei corpi, ma è anche ciò che solleva l’uomo dalla materialità e lo conduce alla spiritualità”, così parlò Jung quasi un secolo fa e parole molto simili vengono dai tanti filosofi del passato che al simbolismo dei colori hanno riportato le più alte manifestazioni dell’uomo.
Comprendere la chiave di lettura del linguaggio dell’Anima non è sempre facile - impossibile se la richiudiamo dentro il dogma dell’interpretazione matematica dei colori secondo il quale ogni cromatismo rivela un aspetto ben preciso - ma, in fondo, neanche tanto utile. Forse quello che potrebbe essere di grande stimolo alla vita di tutti i giorni sarebbe il porvi attenzione, il dar modo al colore che “sorge” dentro di poter darci ispirazione e diventare motore per ogni scelta che realmente conduca ad una vita autentica e luminosa.