Uffh, che caldo al Polo!

Josefino Comiso (ricercatore al Goddard space flight center della N.A.S.A. di Greenbelt, USA) utilizzando i dati da satellite dal 1978 al 2003 ha seguito l’avanzamento ed il regresso stagionale dei ghiacci stabilendone i confini massimi e minimi. I risultati della ricerca mettono in luce il sempre maggiore scioglimento dei ghiacci e l’aumento dell’estensione degli oceani che provoca un maggiore assorbimento del calore solare.
Visto l’andamento generale di questo periodo, nei prossimi anni, in inverno, lo spessore del pak (lo spessore del ghiaccio artico) sarà sempre più sottile e si innescherà un ciclo autocatalitico, ovvero una serie di reazioni che si andranno reciprocamente ad influenzare con il risultato finale, in questo caso, di amplificare sempre più gli effetti del calore. L’area polare maggiormente interessata da questo fenomeno è quella occidentale, ovvero quella sulle sponde del continente americano, ma anche sul fronte europeo le cose non sembrano andare meglio. Nella regione di Abisko, in Svezia, il permafrost (strato di ghiaccio che ricopre permanentemente la superficie del terreno) si sta ora sciogliendo, liberando in atmosfera grosse quantità di metano, uno dei principali “gas serra”, effetto che accresce il calore solare sulla Terra.
Un ulteriore problema complica lo scenario: le correnti oceaniche, enormi masse d’acqua che si muovono lungo un percorso costante, vedrebbero deviato il loro cammino con notevoli conseguenze per il clima a livello mondiale, la circolazione di sostanze nutritive e di energia. In particolare viene influenzata da tali effetti la Corrente del Golfo che parte dal Golfo del Messico, lambisce l’Europa, ruota verso la Groenlandia per poi raffreddarsi e scendere in profondità e tornare verso l’Equatore. La Corrente del Golfo trasporta 3000 Km cubi di acqua al secondo ad una velocità di circa 6-7 Km/h, compiendo l’intero giro in una ventina d’anni. Queste correnti riducono l’escursione termica tra le regioni equatoriali e quelle polari, permettendo all’Europa settentrionale di avere un clima temperato anziché gelido. L’idea di un’Era glaciale causata da un effetto-serra presentata in un recente film non appare irreale per il seguente motivo: l’acqua salata è più pesante dell’acqua dolce. Quando la Corrente del Golfo, salata e calda, raggiunge le alte latitudini cede calore e si raffredda inabissandosi. Se l’apporto d’acqua dolce dalla Calotta polare in scioglimento dovesse aumentare di molto, quella salata verrebbe diluita e la differenza di densità si annullerebbe, azzerando la circolazione della corrente e, con essa, l’apporto di calore da sud. Ciò provocherebbe un progressivo raffreddamento delle terre circostanti e una sorta di effetto paradossale: troppo caldo ai poli significherebbe il raffreddamento alle latitudini settentrionali.
L’effetto-serra gioca un ruolo fondamentale, specialmente nelle regioni subpolari determinanti per le relazioni climatiche a livello globale.
Un altro fattore da tenere sotto stretta osservazione è lo scioglimento dei ghiacci al Polo sud che incrementerebbe il livello delle acque su tutto il globo, sommergendo vasti territori costieri. Tale aumento non è dato solo dallo scioglimento dei ghiacci, ma anche dall’espansione volumetrica delle acque dovuta al riscaldamento della Terra.
Per ridurre gli effetti nefasti di questa situazione occorre diminuire sensibilmente le emissioni in atmosfera dei gas serra in particolar modo dell’anidride carbonica (CO2) e per far ciò bisogna sviluppare tecnologie alternative per la produzione di energia elettrica attraverso l’uso di fonti rinnovabili: solare, eolico, biomasse, celle ad idrogeno.
Questo studio ci aiuta a comprendere le fini relazioni che intercorrono tra i vari comparti ambientali che costituiscono l’Organismo-Terra. Come in un corpo umano il cattivo funzionamento di un organo si ripercuote sul benessere dell’intera persona, così avviene per la nostra Terra.