Virus da combattimento

La proverbiale organizzazione dell’alveare da sempre affascina ed ispira la riflessione dei naturalisti quale archetipo di società complessa, in cui individui di età differenti svolgono compiti diversi con il fine comune dell’armonica evoluzione della specie.
Le api, all’inizio della loro esitenza e fino al ventesimo giorno, svolgono il ruolo di balia alle larve per divenire improvvisamente aggressive, adatte, per qualche settimana, alla difesa della comunità. Quando tale aggressività si placa le api escono dall’alveare per dedicarsi al classico ruolo di operaie raccoglitrici di nettare e polline.
Questo comportamento apparirebbe a prima vista dettato dal corredo genetico di questi animali, anche se il biologo giapponese Takeo Kubo, dell’Università di Tokio, propone a tal proposito una nuova e sorprendente ipotesi. Scrive lo studioso, sulla rivista “Virology”, che le api che mostrano aggressività risultano essere infettate da un virus battezzato Kakugo, “che fa attaccare”, della famiglia dei Picornavirus. Questo agente infettivo rende le api adatte alla difesa e la scomparsa dell’infezione farebbe calmare gli insetti inducendo, al contempo, il cambiamento di ruolo. Al fine di provare la sua ipotesi Kubo vuole infettare api di età differenti per capire se il virus è causa del cambiamento etologico.
In natura sono noti diversi casi in cui microrganismi influenzano il comportamento dei loro ospiti a proprio vantaggio.
Le applicazioni di tali studi sull’uomo potrebbero servire a comprendere se alcuni virus possono influenzare stati psicopatologici quali paranoia o depressione.