Le farfalle cattura luce

Un’equipe di ricercatori dell’Università britannica di Exeter, guidata dal professor Vukusic, ha recentemente condotto degli studi sulla particolare capacità di alcuni lepidotteri, di oscurare i pigmenti delle ali in maniera ancora più efficace rispetto al loro colore naturale.
Il mutamento dell’intensità dei pigmenti viene in generale utilizzato dagli insetti come una vera e propria strategia in differenti situazioni.
Ad esempio, il maschio della farfalla australiana Papilio ulysses scurisce le chiazze blu delle sue ali, in segno di dominio e potenza nei confronti degli altri contendenti all’accoppiamento.
Fino ad ora tale capacità veniva attribuita ad un pigmento scuro in grado di assorbire grandi quantità di onde elettromagnetiche.
La nuova ricerca del professor Vukusic sembra smentire le vecchie teorie avvalorando la tesi secondo cui la luce verrebbe intrappolata da una struttura fisica insita nelle scaglie che contengono il pigmento delle ali.
Molte farfalle utilizzano i fenomeni fisici per ottenere effetti ottici impossibili da raggiungere mediante l’utilizzo esclusivo di pigmenti organici. Il team di Exeter ha osservato che le scaglie sulle parti nere delle ali sono coperte da fori con un diametro minore del millimetro; ciò le fa assomigliare ad un alveare che intrappola la luce incidente attraverso il fenomeno della rifrazione.
Tale proprietà è molto simile a ciò che avviene in un cavo a fibre ottiche.
Il metodo utilizzato da questi graziosi insetti è stato subito “copiato” da gruppi di ricerca nella scienza dei materiali per mettere a punto superfici scurissime.
Ancora una volta dalla natura, ed in particolar modo dalle stupefacenti strategie degli insetti, nuove idee per la tecnologia.