Comunicare ai giovani

Informare e formare:
scienza ed arte della comunicazione per l’universo giovani

Nell’era della comunicazione globale, in cui si realizzano processi di interconnessione su scala planetaria, la questione altamente problematica degli effetti dei media sui giovani si ripropone in modo significativamente nuovo. Le straordinarie trasformazioni dell’universo mediale impongono, infatti, una riflessione sulla portata delle conseguenze sui minori, riconducibili alla presenza dei mass e personal media, che superi la tradizionale ma semplicistica contrapposizione tra apocalittici ed integrati.
La necessità è quella di focalizzare l’attenzione della ricerca, così come della riflessione politica e sociale, sia sui contenuti veicolati dai mezzi di comunicazione sia sulle specificità dei linguaggi dei giovani.

La ricerca sui media ha confermato che, grazie alla mediazione delle tecnologie della comunicazione, viene offerta quotidianamente una rappresentazione-ricostruzione mediale della società e dei suoi equilibri: è evidente, allora, che il problema dei contenuti sia assolutamente significativo, anche da un punto di vista educativo in senso lato. Nella misura in cui riconosciamo che le rappresentazioni della realtà ed i modelli di comportamento presentati dai media, sono la principale, se non l’unica, finestra sul mondo alla quale molti giovani si affacciano, emerge in modo evidente la responsabilità sia dei professionisti dei media sia di coloro che devono ideare e gestire le politiche sulla comunicazione. Al tempo stesso, in una società che sembra perdere il contatto con l’universo giovanile, si impone la necessità di definire ed analizzare le forme della comunicazione usate dai minori: sono, infatti, segnali significativi della condivisione di conoscenze e valori; comprenderle potrebbe permettere di penetrare nell’universo giovani da una prospettiva nuova.
Alla luce di queste considerazioni la scienza della comunicazione si rivela come la disciplina più adatta, sicuramente la più duttile, per comprendere i cambiamenti ed offrire gli strumenti interpretativi utili per colmare i gap generazionali e l’assenza di dialogo.
La sfida è importante: si tratta, per coloro che hanno l’impegno istituzionale di curare la formazione e lo sviluppo culturale e psicologico delle nuove generazioni, di recuperare l’accezione originaria della parola comunicazione, vale a dire l’idea della condivisione, della messa in comune di significati e valori.
Nel momento in cui stiamo perdendo le tracce dei comportamenti giovanili, saper comunicare significa riuscire a condividere competenze, strategie e contenuti con interlocutori che interagiscono attivamente, creando illimitati e mutevoli percorsi di senso.
Di conseguenza, il messaggio educativo e culturale deve essere trasmesso anche attraverso modalità e mezzi differenti: con l’uso delle nuove tecnologie la condivisione dei linguaggi potrà portare ad uno svecchiamento delle formule e dei contenuti culturali e tradursi in una prospettiva orizzontale della formazione, in grado di dialogare con loro, parlare la loro lingua e usare i mezzi che preferiscono.