Un mondo perfetto!
Un mondo perfetto!
...chi non lo vorrebbe! Tutti, però, sappiamo che è un sogno irrealizzabile, impossibile.
Nessuno ha dubbi, circondati come siamo dal vorticoso rincorrersi di “imperfezioni”: difficoltà, dolori, abusi, equivoci, situazioni difficili, nodi intricati che ci sembra non abbiano soluzione, oltreché violenze, fame, inquinamento. Insomma il mondo più che essere perfetto, ci appare irrimediabilmente in rovina.
L’uomo filosofo ne è consapevole, sa che la perfezione non è di questo mondo, come del resto non lo sono la Giustizia, la Bontà, la Verità: tutti assoluti che non trovano posto nella natura duale dell’esistenza, quella del giorno e della notte, del piacere e del dolore, della pace e della guerra, della salute e della malattia. Non trae da ciò motivo di smarrimento. Riflette ed indaga il misurabile e l’incommensurabile e va alla radice delle cose. Il nostro mondo perfetto non è, né mai potrà esserlo, ma l’uomo filosofo sa che può migliorarlo e si domanda: in che cosa posso io migliorare il mondo? In cosa posso contribuire?