Numero 13
Google si affida all’uomo per leggere le immagini
È sicuramente il motore di ricerca più noto, più importante e più utilizzato che ci sia in rete, perché sta crescendo sempre di più ed è realmente l’unica bussola per navigare nel mare di Internet. I suoi algoritmi di ricerca e di classificazione delle pagine sono sempre migliori e si stanno avvicinando sempre di più al modo di pensare umano, riuscendo a capire quali sono le parole più importanti che vengono espresse nelle pagine ed hanno un’ottima capacità di sintesi.
Hanno, per nostra fortuna, ancora una limitazione: non riescono ad analizzare le foto e le immagini in genere, cioè a capire cosa vi sia dentro. L’essere umano in questo è ancora bravo; però lento, troppo lento se consideriamo l’enorme quantità di dati che ci sono in giro.
Che cosa si è inventato lo staff di Google? Un gioco!
Sembra molto semplice ma è proprio così. Anziché utilizzare dei potentissimi algoritmi e velocissimi computer, chiedono ai navigatori di internet di fare sfide, una sorta di “testa a testa” per determinare chi è il più bravo a classificare un’immagine. Il gioco funziona in maniera molto semplice, ci si collega al sito di Google e si fa la richiesta di iniziare la partita. Entro qualche secondo il sistema trova uno sfidante e subito iniziano a scorrere le immagini sul monitor. Lo scopo del gioco è riuscire a dare la stessa definizione dello sfidante, oppure avvicinarsi a quella che Google ha già dentro il suo sistema. La partita dura al massimo 90 secondi. Vince chi fa più punti. Quindi non c’è da perdere un intero pomeriggio, si può fare comodamente a casa, oppure in ufficio in un momento di relax.
E che cosa si vince? Dal punto di vista personale niente, solo un po’ di gloria. Google invece acquisisce tantissime informazioni per migliorare il suo sistema di ricerca di immagini, e tutti i navigatori della rete hanno la possibilità di fruire di questo, riuscendo gratuitamente a fare delle ricerche più precise.
Alla fine dei conti ci guadagnano un po’ tutti. Da un certo punto di vista potremmo anche vedere questa azione come una sorta di volontariato virtuale che ha lo scopo pratico di migliorare l’ordine dell’enorme quantità di informazioni che girano in rete; ma è pur vero che, per sapere qualcosa dalla gente, hanno dovuto fare come le mamme che mettono lo zucchero sul cucchiaio della medicina... Senza il gioco e il divertimento, probabilmente non si sarebbe mosso nessuno.
Per adesso è disponibile una versione di prova che è in inglese e non sono previste date per la sua traduzione in italiano. Per chi vuole provare l’indirizzo è http://images.Google.com/imagelabeler/. Questo è soltanto un primo esperimento, però è stata gettata una base per poter riunire nella ricerca in qualsiasi campo la grande velocità e precisione di calcolo delle macchine con l’intelligenza e l’intuizione dell’essere umano.