Intervista a FERNANDO BALESTRA

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Intervista a Fernando Balestra

a cura di Elga Daniele, direttrice della filiale di Nuova Acropoli di Siracusa.


Fernando Balestra è Sovrintendente dell’INDA dall’Aprile del 2005. Egli rappresenta l’anima dell’INDA, tanto che, senza il suo prezioso contributo, oggi la Fondazione non sarebbe quello che è.

L’INDA è nata nel 1913, affermata con l’opera di Giusto Monaco, ed è giunta nelle mani di Fernando Balestra che ha dato il via alla “terza epoca”, definita da lui stesso “epoca industriale”.

 

 

L’INDA è un nome autorevole per il panorama culturale internazionale. Che importanza ha per lei rivestire questo ruolo all’interno della fondazione?

È chiaro che lo ritengo un ruolo importantissimo, in quanto rivela due grandi pregi esclusivi: da una parte la sua stessa materia, che è appunto il teatro e il pensiero greco, dall’altra la possibilità di lavorare all’interno di una forma di sperimentazione teatrale, che quasi cent’anni fa venne appena ipotizzata e che rappresentò a quel tempo una forma di teatro vicina alla rivoluzione europea proposta dai primi anni del Novecento. Ancora oggi ha una sua profonda attualità, una capacità di suscitare interesse e sollecitare emozioni. È sicuramente con orgoglio che tutto questo è stato onorato e raggiunto anche con la mia opera.

 

Qual è l’importanza della fondazione INDA in questo momento storico, sia a livello siracusano, sia a livello nazionale e internazionale?

Sicuramente l’INDA in questi ultimi anni ha ripreso un cammino autorevole, dimostrato anche dai bilanci. E’ fondamentale che la cultura impari a organizzarsi, che si stacchi dall’eventualità assistenziale e acquisti un’autonomia anche gestionale seria. L’INDA lo fa da qualche anno, dimostrando la possibilità di un’autonomia gestionale della cultura. Purtroppo non ci sono molte realtà in grado di raggiungere lo stesso obiettivo ed il fatto che questa lezione venga impartita da un lembo di Sicilia è decisamente molto significativo! Credo sinceramente che l’INDA si trovi all’inizio di un percorso in cui può diventare veramente modello e traino per il territorio che la ospita.

 

Essendo una ONLUS, come la Fondazione finanzia le sue iniziative?

La ONLUS porta con sé un regime particolare. Essa si finanzia attraverso i suoi soci, che sono lo Stato, la Regione e gli Enti Locali, la Provincia in particolare, anche se gli Enti Locali sono oramai quasi scomparsi. Quindi, davanti a finanziamenti pubblici importanti, la gran parte dei suoi poteri nasce dalla voce legata agli incassi. L’INDA ha imparato ad avere come prima voce nel bilancio delle entrate l’incasso del Teatro Greco che da due anni è intorno ai 3 milioni di euro con presenze che hanno superato i 150 mila spettatori paganti. Ma c’è anche un crescendo che ha portato a triplicare l’incasso dall’inizio del 2000, quando la Fondazione ha creato il cosiddetto Regime Annuale che lo stesso Procuratore Capo della Repubblica di Siracusa ha riconosciuto seguire i canoni della legalità e della trasparenza.

 

Come agisce l’INDA al fine di sviluppare quella che è la grecità della nostra terra, rafforzarne la cultura classica e diffonderla? Qual è, secondo lei, l’azione fondamentale che la Fondazione sta svolgendo in questa direzione?

Proprio nei rapporti internazionali. Abbiamo compreso che l’INDA è l’unica realtà che possiede questa così nobile specificità. L’INDA da cent’anni, anche se con vicende alterne non sempre fortunate, persegue la finalità di divulgare un pensiero, rispetto al quale il teatro diventa un mezzo. I valori sono gli elementi fondanti di ogni civiltà e soprattutto fondanti della democrazia, grazie alla quale esercitiamo il diritto alla libertà di parola, di espressione, del lavoro. E, quindi, già questa è un’ammissione profonda, visto anche il momento storico che l’Europa si preparava a vivere nell’epoca della Prima Guerra Mondiale. Mi piace pensare che l’INDA sia stata la celebrazione della vita contro gli orrori ed il sovrastare della morte. Dall’altra parte, non si ferma la voglia di libertà. La storia ci ha dimostrato come non si possa spegnere la lotta contro il tiranno, basti pensare agli esempi meravigliosi nel Nord Africa e nel Medio Oriente dove giovani, al di là delle guerre del petrolio e degli interessi, stanno cercando di aprire una via di libertà. Ecco, in questo sicuramente il pensiero greco può avere un ruolo e, così, l’INDA stessa.


Qual è il contributo che dà l’INDA alle politiche giovanili, per l’impegno nel coinvolgere i giovani, nel trasmettere loro la Filosofia e la Saggezza che traspaiono dalle opere teatrali che vengono messe in scena? Quanto è importante il lavoro che la fondazione fa per avvicinare i giovani al concetto di virtù, al superamento dei limiti, a questo contributo profondamente culturale che si vuole dare?

La vera strategia dell’INDA negli ultimi anni è proprio quella giovanile. Non solo perché recupera così circa il cinquanta per cento dei suoi spettatori nella cavea del Teatro Greco, ma anche perché questo rappresenta un’attività costante che impegna la Fondazione tutto l’anno. Stiamo portando avanti un progetto cosiddetto pilota che è il “progetto Prometeo”. La stessa Grecia, in questo momento, ci sta chiedendo di portarlo nelle sue scuole per permettere il recupero, appunto, di quella antica tradizione di cui dovrebbero essere i depositari naturali. Il “Progetto Prometeo” mette insieme i maggiori Licei italiani che durante l’anno si attivano per diventare degli Atenei aperti alla città con l’elaborazione di riflessione e saggi su argomenti di cultura greca classica, ma riproposto all’interno di  uno scenario di precisa attualità. Ciò che emerge è un lavoro di grande finezza filosofica; oggi si vive una grave crisi di valori, una grave crisi dell’etica, una grave crisi dei rapporti generazionali, ed in tal senso la Grecia offre importanti spunti. Ecco allora che il teatro, secondo me, anche qui sul colle Temenite, diventa un prezioso strumento affinché quei grandi valori di civiltà possano essere tramandati. E qui è sorprendente il risultato, perché arrivano tremila studenti da tutta Europa, anche per la messa in scena a Palazzolo Acreide. È un numero incredibile a rappresentanza della proficua strada intrapresa dall’INDA. È un intenso impegno in favore della siracusanità e della sua storia, intimamente legata alle tragedie e al teatro. L’impegno è di legare indissolubilmente questi binomi: Siracusa e il teatro greco come Capo di Monte e le ceramiche! Storicamente, le tragedie greche si sono sempre fatte a Siracusa, quindi siamo i veri titolari di questa grandiosa esperienza.


Nuova Acropoli è un’Organizzazione Culturale a livello Internazionale che promuove la cultura classica ed in modo particolare la Filosofia. Vorrei che lei facesse un invito a tutti i giovani a dedicarsi allo studio della Filosofia Classica.

Un invito è necessario perché, se il cuore può battere ancora, è perché c’è una base comune. Ci sono dei valori che abbiamo imparato dai Greci, e questo è innegabile. Ricordiamo il valore della dignità di una persona, il valore dell’essere umano. Se crediamo che l’uomo abbia un valore, un valore assoluto e intoccabile, non possiamo non tramutare questa certezza in esperienza. Il nostro è un mondo in cui perdere significa perdere se stessi, perdere pezzi della propria storia familiare. E invece, così come la famiglia è grande, anche la fratellanza deve essere grande. Pace, libertà sono valori che nascono dalla grecità, valori appresi da un popolo che non ha mai smesso di operare in tale direzione. Un popolo che, come nessuno, ha saputo cantare più i vinti che i vincitori, dandoci un grande insegnamento di vita. Per tutto ciò non si dovrebbe smettere di cercare Filosofia.