Numero 25
Social Network. Educare al buon senso
Social Network
Educare al buon senso
Costantemente impegnata nella diffusione di una cultura attiva, Nuova Acropoli a L’Aquila ha coinvolto i giovani in un incontro di informazione e di riflessione sull’utilizzo dei social network. Questa iniziativa si aggiunge alle tante promosse dalla nostra Associazione sui temi dell’educazione dei giovani, del rapporto tra adulti ed adolescenti, sulle difficoltà e le possibilità dei ragazzi di oggi, patrimonio fondamentale della nostra società che merita attenzione e comprensione.
Ecco allora il tema dei: “Social Network. Educare al buon senso.” per richiamare l’attenzione dei giovani e dei loro educatori su questo fenomeno di “nuova generazione” della comunicazione che, come tutti gli strumenti, se utilizzato superficialmente ed in modo eccessivo, può nascondere pericoli insospettati.
L’incontro è avvenuto presso il Centro Kairos di Nuova Acropoli, il ce ntro d i aggregazione giovanile nato dopo il terremoto del 6 aprile 2009, ed ha visto dialogare con i giovani presenti il Dott. Rocco Pollice, coordinatore del Centro S.M.I.L.E. (Servizio per il Monitoraggio e per l’Intervento precoce per la Lotta agli Esordi della sofferenza mentale e psicologica nei giovani) della ASL di L’Aquila e ed il Dott. Pasquale Sorgonà, comandante regionale del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni dell’Abruzzo. L’intento è stato quello di analizzare vantaggi e rischi delle nuove forme di comunicazione, sia sotto il profilo psicologico che giuridico.
In un contesto come quello della città dell’Aquila, quanto mai complicato, dove l’unico luogo per socializzare con i coetanei è il centro commerciale ed i punti di incontro sono pochi e nella maggior parte dei casi difficilmente raggiungibili, l’impiego di queste reti sociali è inevitabilmente aumentato, con grande influenza sulle relazioni interpersonali e con tutti i rischi che un uso sbagliato ne può comportare.
L’utilizzo eccessivo o anomalo della rete da parte di personalità fragili o vittime di disagio sociale rischia di sfociare in una vera e propria dipendenza patologica, trasformando uno strumento nato per ampliare la possibilità di relazione tra gli esseri umani in un mezzo che tende a separare ed isolare. Nasce una comunicazione sempre meno reale, dove il monitor del computer diventa uno scudo dietro cui ognuno può fingere di essere ciò che non è.
Ha spiegato il Dott. Rocco Pollice (Centro S.M.I.L.E.) che: “L’uso dei Social Network diventa patologico quando si sostituisce alla naturale articolazione delle cose ed ai rapporti interpersonali. La nostra è una società cooperativa. Ci siamo evoluti perché abbiamo verificato che fare le cose insieme, stare insieme, comunicare, condividere le cose è vantaggioso. Come? Attraverso la conoscenza diretta delle persone con tutto quello che è possibile evincere anche dall’espressione dei sentimenti. Le relazioni possono essere utili per l’evoluzione di ciascuno di noi. Ora i social network e internet rendono tutto piatto, emotivamente anaffettivo, facilitano la finzione; facilitano certamente il passaggio delle comunicazioni, ma che spesso non corrisponde a quello che è reale. Per cui allontana dalla naturaleevoluzione delle cose, dall’acquisizione di competenze cognitive ma soprattutto emotive, ed isola le persone in delle sacche che sono molto lontane da quello che per tutto il resto dell’evoluzione della nostra specie ha rappresentato la realtà degli esseri umani e la possibilità di condividere, quindi, l’esistenza.”
Il Dott. Pasquale Sorgonà (Compartimento della Polizia Postale dell’Abruzzo) ha illustrato come: “Fondamentalmente i rischi dei social network si possono raggruppare nel fatto che molto spesso si ha una relazione con persone che non si conoscono: bisogna fare attenzione perché non sempre colui che sta dall’altra parte è la persona che noi pensiamo che sia. Un altro rischio molto grave e molto importante da tener presente è la possibilità che altre persone che noi non conosciamo e che non sono neanche nostri amici si impadroniscano dei nostri dati personali, delle nostre informazioni e delle nostre foto”. Ecco allora che i reati più frequentemente commessi in relazione all’utilizzo dei Social Network sono il furto di identità, la violazione della privacy e la diffamazione, ma anche l’adescamento… tutti pericoli che poi possono ripercuotersi sulla vita “reale”, a volte anche con esiti drammatici. Poiché spesso non siamo consapevoli delle conseguenze dei nostri comportamenti in rete, il Dott. Sorgonà ha suggerito alcuni semplici accorgimenti da adottare per evitare spiacevoli sorprese: “Accettare soltanto amicizie di persone effettivamente conosciute, ponderare con accortezza cosa si pubblica sul proprio profilo e limitare le impostazioni della privacy in modo tale che non siano visibili a tutti, ma solo alle persone che vogliamo.”
In tal modo i molti giovani intervenuti, principali fruitori dei Social Network, hanno potuto ottenere consigli semplici ma fondamentali per tutelare se stessi adottando comportamenti corretti rispetto all’uso di uno strumento che va impiegato con intelligenza.
Nuova Acropoli ha fortemente voluto questo incontro non solo per informare i giovani rispetto ai pericoli della rete, ma soprattutto per incoraggiarli a coltivare la vecchia e buona amicizia che nasce in un mondo reale e non dietro la maschera di un mondo virtuale, tra due anime affini che condividono sogni, speranze, difficoltà, guardandosi negli occhi, scambiandosi un abbraccio, delle confidenze, e perché no facendosi una bella risata in compagnia sconfiggendo la solitudine della propria cameretta.
Clarissa Corsi