L’atteso Anno Nuovo

Stampa

 

L’atteso Anno Nuovo

 


L’inizio di un nuovo anno ci porta quasi obbligatoriamente a gettare uno sguardo sulle nostre vite, intese individualmente o come l’insieme delle esistenze dell’intera umanità, sguardo che si rivolge al passato da una parte e si proietta verso il futuro dall’altra.

Ciò che di più bello si può fare è immaginare questo possibile futuro, dipingerlo con i colori dei nostri sogni e delle nostre speranze, confidare che il tempo, con il suo trascorrere, possa recare avvenimenti migliori, in tutti i sensi. Ma, per quanto si esprimano tanti bei desideri, il futuro resta tessuto di quanto abbiamo già vissuto, delle esperienze raccolte, di pochi e luminosi momenti di felicità quanti di molti di paura e angustia.

Ma come è possibile sognare un anno migliore, più positivo, se quotidianamente dobbiamo sopportare dozzine di notizie che ci sommergono nella tristezza, nella disperazione, o, peggio ancora, nell’indifferenza per non soffrire?

 

Le novità cadono su di noi come valanghe abilmente mascherate da persone intelligenti o interessate a dissimulare la verità; e, addirittura, Nuova Acropoli - Delia Steinberg Guzman, l'atteso anno nuovoin certi casi non si utilizza maschera alcuna, ma si prospetta la realtà in tutta la sua crudezza. In tutti i luoghi del mondo ci sono alcune ferite aperte, problemi che fomentano le volontà; società intere che decadono in mezzo alla miseria o all’opulenza e esseri individuali che si sentono impotenti a contenere questa marcia delle cose, e molto di più, per porvi rimedio.
Il segno dei nostri tempi - siamo nell’anno in cui siamo - sembra essere la difficoltà. Tutto si intorpidisce, diventa lento, più duro e più inabbordabile. Questo vale per il singolo, per i piccoli gruppi umani e per i grandi. Che fare, quindi?

 

Ci hanno abituato a concepire un futuro in permanente sviluppo, senza problemi o, per lo meno, ogni volta con una sempre minore quantità di problemi, giacché si dà per scontato che tutto viene da fuori, in quanto le soluzioni sembra siano state già date. Questa visione del nostro divenire ci ha sterilizzato, ci ha sottratto energia e creatività, proprio perchè si dà per scontato che tutto ci sarà risolto. A volte davanti a tante facilitazioni, si è ridotta la forza morale che caratterizza - o dovrebbe caratterizzare - l’essere umano… È sempre certo che le brillanti predizioni non vengono mai realizzate e, in generale, tutti restiamo perplessi davanti alle difficoltà che ci si prospettano, con sempre meno capacità di risolverle facendo affidamento a quanto ci hanno tramandato.

Tuttavia, l’uomo continua ad essere il padrone della sua volontà, dei suoi pensieri, dei suoi sentimenti, delle sue azioni. Basta aprire gli occhi, assumere ciò che abbiamo davanti e ritornare ad usare le nostre capacità naturali. Non credo che si tratti di riciclare un falso ottimismo, ma di recuperare la forza interiore per poter far fronte alle difficoltà, per tornare a ragionare sensatamente, ritornare a sentire con bontà, per agire con onestà, per esercitare la volontà giorno dopo giorno, irrobustendo questi elementi dimenticati ma, nonostante tutto, necessari per vivere, per riconoscere ciò che abbiamo vissuto e per continuare a proiettare le nostre vite verso il domani.

È il momento di accogliere le difficoltà come qualcosa di inerente alla nostra esistenza. È l’ora di divenire solidi, degni e felici, anche in mezzo ai problemi, perché questa è la miglior maniera per risolverli. Sapere e vedere con chiarezza ci aiuterà a non aspettarsi dal Nuovo Anno doni gratuiti e ci permetterà, ancora, di ottenere autentici doni, trasformandoli in maghi prodigiosi del destino di tutti e di ciascuno.


Delia Steinberg Guzman

Traduzione di Elga Daniele