ESI 2007: La nuova scala sismica

Stampa

Si chiama ESI 2007 (Environmental Seismic Intensity Scale) la nuovissima Scala d’intensità sismica messa appunto e presentata nello scorso luglio dai ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici e dell'Università dell’Insubria di Como. ESI si basa sul calcolo degli effetti di un sisma sugli elementi ambientali, al contrario delle precedenti scale che basavano la loro gradazione in funzione dei danni provocati all’uomo ed alle infrastrutture. Il grande limite di queste scale è che dopo il decimo grado tutte le infrastrutture risultano completamente distrutte mentre in luoghi non popolati tale analisi è più difficoltosa.


ESI 2007 si presenta come uno strumento più efficace dei precedenti e potrebbe venire impiegato anche per prevenire e mitigare gli effetti dei terremoti sull’ambiente, approntando pianificazioni ambientali più efficaci e calzanti rispetto al luogo in esame e permettendo una maggiore protezione di vite umane e infrastrutture.
La Scala, costituita da 12 gradi di intensità, si basa esclusivamente sugli effetti causati sull’ambiente fisico quali ad esempio aperture di faglie in superficie, subsidenze e uplift (abbassamenti e sollevamenti del suolo), liquefazioni, fratture, frane, variazioni nella portata e nell’attività chimica di sorgenti e corsi d’acqua e tsunami sulle coste marine.
L’equipe internazionale ha esaminato gli effetti sull’ambiente di un gran numero di terremoti occorsi in America, Asia, Medioriente, Europa tra cui 150 in Italia.
Tra gli obiettivi principali della nuova metodologia c’è la possibilità di migliorare la caratterizzazione di zone sismogenetiche, ossia zone predisposte all’accadimento di terremoti e quindi alla riduzione del relativo danno ad edifici ed infrastrutture particolarmente sensibili non solamente agli effetti diretti dei terremoti ma anche a quelli indiretti descritti sopra.
Sappiamo, infatti, che il terremoto tende a ripetersi in particolari zone e con un periodo chiamato “periodo di ritorno caratteristico”.
Ciò permetterebbe di evitare la costruzione di manufatti sensibili come centrali nucleari, ponti, ospedali in zone particolarmente soggette ai danni sismici. Pensiamo anche alle discariche ed ai pericoli di inquinamento delle falde causate da fagliazioni.
Nello spettro delle Scale macrosismiche si tratta di un importante risultato che dopo quasi un secolo copre una lacuna rimasta aperta nell’utilizzazione diffusissima di scale quali, ad esempio, quella Mercalli-Cancani-Sieberg.
Una nuova risposta venuta dalla ricerca alla gestione sempre più consapevole e lungimirante del territorio in armonia con fenomeni naturali troppo spesso sottovalutati se non addirittura ignorati che costano migliaia di vittime e danni quasi tutti gli anni.