Musica, il linguaggio dell'Anima

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Avete mai saggiato i benefici effetti della musica? Vi siete mai sentiti trasportare ad un altro livello di coscienza dal susseguirsi delle note?
Sembra proprio che la musica sia in relazione col mistero: pare non
contenga concetti, eppure ha la capacità di trasmetterci non solo sensazioni e sentimenti, ma anche idee. A cosa è dovuto questo suo potere?
Per capire quale possa essere il ruolo della musica e la sua natura,
conviene cominciare a chiarire cosa si debba intendere per musica.
La musica è l’arte di cui i suoni sono il mezzo d’espressione. La musica non è un insieme di suoni, bensì qualcosa che va al di là di essi.

Prendiamo a prestito le parole del filosofo Heine1: “Nulla è più inconcludente che teorizzare in musica. Esistono certamente leggi, matematicamente esatte, ma esse non sono la musica bensì i suoi arnesi, come i principi del disegno e la scienza dei colori, la tavolozza ed il pennello non sono la pittura. L’essenza della
musica non si può definire e la vera critica musicale è una scienza sperimentale.”
Lanciamoci, allora, alla scoperta di ciò che sta al di là dei suoni…
È interessante notare come nei racconti cosmogonici si verifichi spesso un’identificazione tra suono e luce. Nel momento in cui la divinità “crea”, immancabilmente emette un suono: parla, urla, piange o sospira. In certi casi abbiamo addirittura uno strumento musicale che si fa mediatore di questa manifestazione sonora del dio. Secondo molte tradizioni alcuni dèi possono manifestarsi unicamente attraverso
la voce di un determinato strumento o lo strumento è l’unico mezzo per comunicare con la divinità ad esso collegata oppure è indispensabile per pronunciarne il nome.
Pitagora considera la Divinità, il Logos, come “Sorgente di Armonia”. Secondo i pitagorici il Mondo è stato tratto dal Caos
mediante il Suono o Armonia ed è costruito secondo i principi dei rapporti musicali: i sette pianeti che influenzano il destino
degli uomini ripetono un movimento armonioso che produce la più soave delle melodie.
Di fronte alla suggestiva potenza della musica, ogni popolo ha sempre immaginato che quest’arte fosse un dono delle divinità elargito agli uomini. Così gli antichi Egiziani la ritenevano un dono di Iside e Osiride, mentre per gli Indiani era un dono del dio Brahma. Nella mitologia greca i miti riguardanti la musica sono numerosissimi: pensiamo a Pan, che col suo flauto di canna chiamava Eco, o ad Apollo, che inventò la lira e con essa formò i cori delle Muse.
Ma il mito più significativo è quello di Orfeo: al suono della sua lira non solo le belve si ammansivano, ma perfino i fiumi cessavano di scorrere e il vento di soffiare. Perduta l’amata Euridice, Orfeo discese nel regno dei morti e, suonando la sua lira, riuscì a commuovere le divinità degli inferi, dimostrandoci così che la musica non solo può influenzare il volere e i sentimenti dell’uomo, ma può perfino cambiare il volere degli dèi e quindi anche il corso dell’intero universo.
Il linguaggio della musica è strettamente legato ai concetti di religione e magia: non vi è forse rituale religioso o magico che non abbia la sua danza e la sua musica strumentale. Gli strumenti, risuonando, talvolta mettono in fuga gli spiriti cattivi, talaltra trascinano l’ascoltatore in estasi…
E che dire ancora della “catarsi” e del potere dei suoni riconosciuti ormai nella pratica della Musicoterapia? Basta metterci profondamente all’ascolto e noteremo come la nostra psiche e persino il nostro corpo muteranno il loro stato, entrando in sintonia con le vibrazioni che li circondano, come se si trattasse di suoni, relazioni, armonie udite sin dall’eternità, come se ci ricongiungessimo a qualcosa che da sempre ci è appartenuto.
Pensiamo, adesso, ai molteplici usi che facciamo oggi della musica: la si ascolta per compagnia, a casa come a lavoro, durante lo studio come in macchina; la si ascolta quando abbiamo bisogno di ricaricarci, o rilassarci, o di liberarci da stress di ogni tipo; la utilizzano i “signori del mondo della pubblicità” per convincerci ad acquistare questo piuttosto che quel prodotto, o per colmarci di desideri e necessità!
Oggi abbiamo un rapporto consumistico con la musica: ci avviciniamo ad
essa per godere di immediato appagamento, con la superficialità e l’inconsapevolezza degli stolti; ma abbiamo definitivamente perduto l’opportunità di conoscere e dominare i suoi magici poteri. Non desideriamo più giungere a sfiorare la dimensione in cui regna la vera Armonia?
Non si tratta forse di recuperare anzitutto una conoscenza più autentica e profonda di noi stessi? Basterebbe riscoprire l’Amore che ricongiunse Orfeo ed Euridice, distaccandoci da tutto ciò che, superfluo e illusorio, appartiene solo al mondo dei morti, e avventurarci alla conquista di ciò che è Vita.
La dimensione spirituale, che è propria dell’animo umano, appartiene
dunque al regno della musica, ed essa è la guida per arrivare alle nostre radici metafisiche, un messaggio diretto alle nostre anime…