Le Maschere dell'Africa

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“ Poiché all’inizio non avevamo maschere che ci proteggessero, gli alberi uscirono dal bosco sacro e vennero al villaggio; da allora divennero le nostre maschere”.

Queste parole si riferiscono all’uso delle maschere da parte dell’etnia BWA, una delle circa sessanta etnie del Burkina Faso e le ho scelte perché ben testimoniano l’enorme importanza che le maschere hanno presso tutte le etnie africane. Esistono, in Africa centinaia di tipi diversi di maschere, ma tutte rivestono una straordinaria importanza nella vita della tribù e tutte, indipendentemente dall’uso a cui sono destinate,

rivestono un carattere sacro e accompagnano gli avvenimenti più importanti della vita dell’uomo e della collettività. Diversamente, però, da quanto potremmo pensare, la maschera NON si identifica con la testa appesa al muro in un museo o in una casa privata, ma è una creatura viva con un corpo che danza. Infatti, quale che sia la maschera, essa rappresenta sempre il corpo, il luogo fisico nel quale abita lo spirito e che gli permette di partecipare alla festa e manifestarsi in modo visibile. Per questo l’identità di chi indossa la maschera è nota solo al ristretto numero degli adepti. Il processo per cui da sempre la maschera cela un’identità per manifestarne un’altra, qui non riguarda l’esteriorità della persona, ma la sua essenza: chi danza indossando la maschera non è più se stesso, ha temporaneamente ceduto il suo corpo allo spirito che alla maschera si lega. Questo legame tra danzatore, maschera e spirito inizia già durante la costruzione della maschera stessa. Chi la costruisce è a sua volta un iniziato, la sua azione è un’azione sacra e tutto il processo di costruzione, manipolazione e manutenzione delle maschere non può essere compiuto se non da iniziati che ne assicurano il mantenimento della potenza spirituale. Le forze spirituali evocate dalle maschere sono attive appena esse entrano nel villaggio, per questo gli abitanti spesso le temono. Esse svolgono anche un ruolo sociale fondamentale: sono garanti delle istituzioni, identificano i malfattori e li espongono al pubblico disprezzo, proteggono la società da ogni forma di disordine e propiziano la fertilità di donne, animali e terra. A volte, come nel caso delle maschere GELEDE del Benin, esse servono come elemento ausiliario nell’insegnamento; la maschera rappresenta i valori tradizionali che così vengono trasmessi con molta autorevolezza ma anche con un aspetto ludico che consente di trattare argomenti altrimenti ritenuti sconvenienti o scabrosi. Come dicevo, le maschere sono presenti in tutti gli avvenimenti importanti, sono l’elemento portante della ritualità che assicura la buona riuscita di ogni avvenimento fondamentale nella vita dell’individuo e del gruppo. Ci sono danze di maschere per il rito della circoncisione, ci sono danze di maschere per la cura di malattie, ci sono danze di maschere per i riti funebri. Ogni qualvolta l’individuo si trova in un momento di rischio, in un “ luogo di passaggio” in cui rischia di perdersi, le maschere lo guidano e lo sostengono con la loro potenza. Come ho già detto, anche nei riti agrari, le maschere, spesso di origine antichissima, hanno un ruolo fondamentale. A loro è affidato il rinnovamento, la purificazione e la rigenerazione di tutto l’insieme dei viventi, siano essi umani, animali o piante. Esse garantiscono il mantenimento di quell’ordine naturale senza il quale non possono esistere fertilità e benessere.
Purtroppo la vita delle maschere è oggi minacciata a tal punto che in alcuni stati come il Burkina si vorrebbe creare una società delle maschere per proteggerle ed evitarne la sparizione. Molteplici le ragioni di questa crisi: la modernizzazione che in gran parte dell’Africa ha portato ad abbandonare i saperi tradizionali, la commercializzazione delle maschere stesse spesso divenute oggetto d’antiquariato e ambite in occidente come oggetto d’arte, la diffusione di religioni monoteiste che interrompono il legame di sacralità tra il mondo spirituale e quello naturale e per finire le guerre, onnipresenti in Africa, che sradicando intere popolazioni dal loro habitat ne distruggono in modo brutale e traumatico tradizioni e credenze.