La tradizione dei Pupi siciliani a Siracusa

Stampa

Chi pensa alla Sicilia spesso lega il pensiero a quelle coloratissime marionette passate alla tradizione sotto il nome di “pupi”. Chissà quante volte li abbiamo visti durante un fuggevole spot pubblicitario sulla Sicilia? O magari su un depliant o su una guida turistica? O ancora sulle bancarelle di souvenir in affollati luoghi turistici? Forse ci siamo chiesti se questi pupi si agitano e combattono ancora con le loro sgargianti armature nei tipici teatrini per marionette, o se sono solamente dei cimeli che ricordano un’importante ma ormai passata tradizione siciliana.

L’Opra dei Pupi è un’arte antichissima, ma più viva che mai in alcune città siciliane, tra le quali Siracusa. Questo spettacolo tradizionale fatto con i pupi, figure animate da bacchette di ferro, affonda le sue radici nella Siracusa greca. A quel tempo non si parlava ancora di pupi, ma di marionette; tanto che nel Simposio di Senofonte, durante il banchetto a casa di Callia, un Siracusano racconta a Socrate del suo spettacolo di marionette.
Se facciamo un salto nella storia, un’altra testimonianza della presenza di marionettisti nella città si può ritrovare al tempo della Camera Reginale, nel 1300; ed in particolar modo nel Libro dei Privilegi: in esso troviamo uno scritto con il quale la Regina concesse uno spazio in Ortigia dove allestire un casotto per l’animazione di fantocci.
Di marionette si ritorna a parlare a Siracusa nel 1800 quando nasce lo spettacolo che da allora rappresenta l’espressione più viva ed intensa della sicilianità, l’Opra dei Pupi appunto, intrattenimento graditissimo al pubblico nelle piazze e nei vicoli.
Dalle prime marionette, che rappresentano personaggi e storie del popolo, si comincia a notare una trasformazione in pupi che portano in scena i Paladini di Francia, narrando le loro storie a puntate e dando vita ad un’immensa epopea su Carlo Magno ed i suoi cavalieri.
Un supporto fondamentale viene dato ai pupari da un maestro di scuola elementare, Giusto Lo Dico, il quale raccoglie e mette insieme in ordine cronologico tutte le storie epico-cavalleresche del ciclo carolingio e, laddove mancano dei pezzi del racconto andati perduti, scrive degli episodi per i quali attinge dalle tragedie greche, rielaborando i nomi dei personaggi, e dando così vita alla Storia dei paladini di Francia, ben 3000 pagine di racconti di battaglie, fughe, amori, duelli, stregonerie e quant’altro, con oltre 1500 personaggi. Questo libro è ancora indispensabile per la stesura delle trame degli spettacoli dell’Opra dei Pupi, tanto che i pupari ne sono tuttora in possesso.
Le storie di onore, fedeltà, coraggio, abnegazione, amore sono particolarmente apprezzate dai Siciliani che, nel 1800, vivono momenti duri a causa dell’oppressione borbonica.
Agl’inizi del 1900, pregiati pupi dai colori sgargianti prendono il posto delle grossolane marionette precedenti e, per qualche decennio, gli spettacoli imperversano diventando anche itineranti per tutta la Sicilia. A Siracusa, dalla fine del 1800 fino al 1948, è la famiglia Puzzo, con il famoso puparo Ciccio Puzzo, a perpetuare la tradizione, ma già a partire dal 1948 si vivono trent’anni di buio per le coloratissime e battagliere marionette, che vanno addirittura perdute, non lasciando alcuna testimonianza se non qualche ricordo e vaghe fotografie, fino al 1978, anno in cui i fratelli Alfredo e Rosario Vaccaro aprono una bottega ed iniziano a ricostruire le marionette di cartapesta e a dar nuova vita a spettacoli.
Oggi i loro eredi hanno costituito l’Associazione Vaccaro-Mauceri, grazie alla quale continuano ancora a tener viva l’arte dei pupi, che appassiona bimbi e adulti, turisti e cittadini e, nel frattempo, ai pupi siciliani è stato conferito il titolo di patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.
A Siracusa è stato aperto il Museo Aretuseo dei Pupi, primo museo monotematico sui pupi in Italia, che apre il sipario sull’opera dei fratelli Vaccaro e sul loro mondo fantastico, dove è possibile ammirare i pupi in fase di costruzione, gli arnesi utilizzati, i primi pupi da loro realizzati, il racconto della loro storia, il loro primo laboratorio, gli spettacoli itineranti, la nascita del loro primo teatro e si evidenziano l’originale tecnica costruttiva e la particolarità della metodologia d’animazione della tradizione dei pupi siracusana, diversa da quelle sviluppatesi negli altri centri siciliani. Presso il Museo è stato inoltre allestito un Centro studi sull’Opra Siracusana, che raccoglie ogni tassello della storia del teatro dei pupi a Siracusa ed ospita una ricca collezione di libri tematici, raccolte di testimonianze audio e video, cartoline e antichi manifesti.
E al di là della bellezza di ricerche e studi, è anche possibile vedere i pupi in scena ogni sera negli spettacoli tradizionali presso il Piccolo Teatro dei Pupi di Siracusa, unico teatro stabile dei pupi nella Sicilia Orientale, gestito dai fratelli Alfredo e Daniel Maceri, i quali costruiscono e mettono in scena le marionette dal viso in cartapesta, il busto in pino, gli arti in faggio, tutti scolpiti interamente a mano, in un contesto che unisce tradizione ed innovazione, permettendo così ai vari Orlando, Rinaldo, Angelica, Carlo Magno, Cavalieri Cristiani e Saraceni, Papi, Maghi, Streghe, Fanciulle e tanti altri di far ancora sognare grandi e piccini.