La Rocca di Calascio

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Lady Hawke, Continuavano a chiamarlo Trinità, Il nome della rosa…
Vi ricordano qualcosa? Ma certo! Sono film indimenticabili… però sono anche film che hanno qualcosa in comune… Sono stati tutti girati… in Abruzzo lungo la caratteristica Piana di Campo Imperatore. Lady Hawke, in particolare nella Rocca di Calascio, lì vicina.
Ricordate la bella storia dei due innamorati divisi per sempre da una terribile maledizione

, perché di notte lui deve trasformarsi in lupo, mentre lei di giorno viene tramutata in falco? Alla fine, come di regola, il bene trionferà…

Venite con noi. Vi faremo conoscere uno degli angoli più belli delle montagne d’Italia!

Un po’ di geografia…
Ci troviamo all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga. Il paesaggio che ci si presenta è un paesaggio brullo, privo di vegetazione che ricorda molto l’Altopiano del Tibet; infatti è chiamato, per la sua conformazione particolare, “Piccolo Tibet”.
La Rocca è situata su di uno spartiacque che divide la piana di Navelli dalla valle del Tirino.
È collocata a 1512 m. sul livello del mare ed il panorama che si può godere da lassù è davvero eccezionale! Pensate che in caso di cielo limpido si riesce a vedere Sulmona a circa 50 km di distanza! Rocca Calascio è il castello d’Italia di maggiore altitudine.
Ai suoi piedi si apre la valle del Tirino, uno degli affluenti dell’Aterno Pescara. È circondata dalle tre vette d’Abruzzo (il Gran Sasso, la Maiella ed il Sirente) ed è al centro dei tre parchi della regione. Infatti, a nord si ammira la catena del Gran Sasso con il Corno Grande (la quota più alta degli Appennini, 2914 m.); a est si staglia la montagna Maiella-Morrone (da cui partì per la sua avventura papa Celestino V) con il Parco Nazionale Maiella Morrone; a ovest la catena del Sirente (rifugio di briganti dopo l’unità d’Italia) con il Parco regionale Velino-Sirente; a sud-est il Parco Nazionale d’Abruzzo (il Parco che contende con il Gran Paradiso l’onore di essere il primo Parco d’Italia ad essere istituito).

Un po’ di storia…
Queste zone erano abitate già in tempi antichissimi da popolazioni italiche. Nel periodo dell’incastellamento, VIII-IX sec. d.C., fu costruita la prima torre, quella centrale quadrata. Serviva per segnalare la presenza di nemici agli altri borghi, grazie a segnali con fumo, di giorno; con fuochi, di notte, e con il suono di campane in caso di nebbia.
La sua importanza continuò anche nel Medioevo, perché proprio sotto di essa era sempre passata una strada importantissima per l’economia locale: il Tratturo Magno, che collegava gli Abruzzi con le regioni vicine. Questa strada diventò nel XV secolo un tratto della Via degli Abruzzi, che univa Firenze con Napoli.
Potete quindi immaginare il gran via vai di commercianti e il conseguente gran movimento di denaro. Fu proprio questa prosperità che attirò da queste parti prima i Piccolomini (il cui maggior esponente fu Antonio, nipote di papa Pio II e genero di Ferdinando I d’Aragona signore di Napoli) e poi i Medici, Granduchi di Toscana.
Fu proprio Antonio Piccolomini a rinforzare la torre iniziale con i quattro torrioni laterali, la cui forma circolare era più efficace contro i proiettili delle nuove armi da fuoco.
Attorno alla Rocca ci sono i resti delle abitazioni che servivano al mantenimento della piccola guarnigione militare.
Nel 1703, il disastroso terremoto che provocò altre duemila vittime nella vicina città dell’Aquila fece crollare parte della rocca ed i pochi abitanti preferirono stabilirsi un po’ più a valle nel paese di Calascio.
Questo paese, da sempre dedito alla pastorizia, è il paese più elevato dell’Appennino centrale (1464 m).
A testimoniarne la floridezza di un tempo, oggi vi rimangono interessanti esempi di edilizia civile e religiosa databili dal XIV al XIX secolo. Pregevoli arredi cinquecenteschi e barocchi vantano la chiesa parrocchiale e quella di S. Maria delle Grazie connessa al complesso francescano fondato alla fine del ‘500.
Ma torniamo alla Rocca.
Presenta spiccate caratteristiche di opera militare e si impone sull’ambiente circostante.
La più antica torre centrale, larga 10 metri per lato, è costruita impiegando una tecnica muraria mista: i primi tre metri sono in muratura regolare, gli altri in pietra appena sbozzata.
Successivamente, questo corpo centrale fu integrato dalla cortina muraria e dalle quattro torri cilindriche poste agli angoli, sorrette da basamenti che si ancorano sulla nuda roccia.
Legata, come tutto il territorio circostante, alle alterne vicende della transumanza, insieme con il borgo subì un lento declino, quando l’attività pastorizia iniziò la decadenza dovuta al sorgere della nuova economia moderna.

Ed oggi?
La Rocca è tornata alla sua funzione di vedetta e di avamposto, non più per avvistare eserciti nemici, ma incendi. Infatti durante i fine settimana estivi, da giugno ad agosto, la Rocca è presa d’assalto dai volontari della Protezione Civile di Nuova Acropoli che ne hanno fatto una delle postazioni per il controllo del territorio al fine di prevenire il pericolo d’incendi boschivi, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato.
È proprio in tali occasioni che i volontari di Nuova Acropoli aprono la Rocca anche ai numerosi turisti italiani e stranieri, offrendo loro un’esauriente spiegazione della storia e geografia della zona.

Veniteci a trovare! Vi aspettiamo sulla Rocca di Calascio per ammirare un panorama indimenticabile e riassaporare la bella storia di Lady Hawke.