Essere utili dove necessita

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Il 2004 ci ha lasciato attoniti e sgomenti.
Già prima del 26 dicembre aveva il primato di anno funesto, ma, in poche ore, la sua fama è cresciuta a dismisura.
Le cifre dello tsunami sono da apocalisse, non soltanto per l’enorme tributo di vite pagato, ma anche per la vastità della zona colpita.
Quello che nel nostro immaginario, a torto o a ragione, era un paradiso esotico ora è un inferno senza fine: il fango continua a restituire corpi ed alla distruzione si somma la disperazione dei opravvissuti.
Molte parole sono state spese, troppe immagini trasmesse e troppo spesso spietate: dovere di informare, diritto di essere informati, certamente mezzo efficace per smuovere tante coscienze per una giusta gara di solidarietà.
Potrebbe accadere che, finito l’effetto eco dei mass media, l’immane tragedia possa venire dimenticata.
Potrebbe accadere che la quotidianità ci risucchi nel suo vortice e lavi la nostra memoria nelle acque del Lete.
Potrebbe accadere che altre notizie smantellino il ricordo di questa.
Se è vero che “il dolore è veicolo di coscienza” come afferma la dottrina buddista, la speranza è che tanto dolore possa avere insegnato qualcosa di valido per la vita: che l’umanità è una, al di là della diversa etnia, religione o condizione sociale e che la natura ha le sue leggi con le quali è necessario vivere in armonia.

Essere utili dove necessita non è uno slogan senza contenuto.
La risposta di Nuova Acropoli è stata immediata e, già dal 27, sono partite dall’Europa squadre di soccorso attualmente operative nello Sri Lanka.
A giorni, anche i volontari di Nuova Acropoli d’Italia partiranno per il Sudest Asiatico per dare il loro contributo nella fase di emergenza detta del “ripristino delle normali condizioni di vita”.
Una goccia in un grande mare? Sì, ma anche un oceano è formato da gocce che non solo si uniscono per distruggere, ma possono lavorare insieme per dare speranza di una nuova vita!